Tema dell’incontro: “Ossigeno-Ozonoterapia: campi d’applicazione”.
I
relatori medici e professori Raffaele D’Alterio, Marianno Franzini,
Giovanni Dequerquis, Roberto David e Riccardo Barchetta hanno illustrato
la storia, le applicazioni e i sorprendenti risultati dell’ossigeno
ozono terapia nella cura di diverse patologie, con una particolare
attenzione alla capacità di cura dei pazienti affetti da Covid-19 e da
infezioni antibiotico resistenti.
A spiegare la storia dell’ozono e del suo utilizzo in medicina è stato il prof. Raffaele D’Alterio.
Fin
dalla sua scoperta l’ozono è stato utilizzato per la sua enorme
capacità ossidativa in grado di abbattere i virus, i batteri, le spore e
i funghi che sono alla base delle infezioni che colpiscono gli esseri
umani, e non solo.
Illustrando brillantemente
lo sviluppo del percorso scientifico, il prof. D’Alterio ha ricordato
che già nel 1873 era stata descritta l’efficacia antimicrobica
dell’ozono, mentre nel 1885 vennero pubblicati i primi protocolli di
cura per le diverse patologie.
Nel 1896 il
geniale Nikolas Tesla brevetta una delle prime macchine in grado di
produrre ozono. Nel 1902 l’ozono viene utilizzato negli Stati Uniti per
curare la tubercolosi; nel 1903 viene utilizzato nei Paesi Bassi per la
potabilizzazione e il trattamento delle acque.
Nel
1915, nel corso della Prima Guerra Mondiale, i medici tedeschi
utilizzano l’ozono per disinfettare le ferite e impedire le cancrene.
Nel 1929 un gruppo di medici statunitensi dimostra che, con
l’ozonoterapia, è possibile curare ben 114 diverse patologie.
Nel 1930 l’ozono comincia ad essere utilizzato diffusamente in odontoiatria.
Dagli
Anni Trenta lo studio e le applicazioni cliniche dell’ozono si
diffondono a livello mondiale, fino ai nostri giorni, quando viene
utilizzato anche per contrastare la diffusione del Covid e per curare i
pazienti colpiti dal coronavirus.
I risultati sono incredibilmente positivi e invitano ad ampliarne l’utilizzo in modo sistematico e generalizzato.
Il
prof. Marianno Franzini, presidente internazionale della Società
Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT), ha ripercorso la storia
dell’ossigeno ozono terapia in Italia, annoverando le occasioni che
l’hanno visto protagonista, in particolare nella cura dei malati di
Covid in fin di vita e nel superamento dell’antibiotico resistenza.
Facendo
riferimento alla ingentissima documentazione scientifica
internazionale, ai numerosi casi clinici risolti ed alle audizioni in
Parlamento dove sono stati presentati i risultati, il prof. Franzini ha
ribadito la necessità di attivare un servizio di ossigeno ozono terapia
in ogni ospedale, con particolare urgenza per i reparti di Terapia
intensiva.
Il dott. Giovanni Dequerquis ha
illustrato in dettaglio l’efficacia clinica dell’ozonoterapia nella cura
delle ernie discali e delle patologie osteoarticolari.
Sulla
base della sua grande esperienza come ozonoterapeuta, il dott.
Dequerquis ha spiegato che, con infiltrazioni paravertebrali di ozono, è
possibile curare tali patologie evitando l’intervento chirurgico: una
pratica che si è dimostrata efficace, sicura e indolore.
L’ozono non lascia residui né genera effetti secondari, migliora anzi lo stato di salute a livello locale e generale.
Su
7.253 pazienti affetti da ernia discale, curati con infiltrazioni di
ozono a livello paravertebrale, l’88,4% ha ottenuto la guarigione
clinica, il 9,4% un netto miglioramento, e solo il 2,2% nessun
risultato.
Il prof. Roberto David ha illustrato
in maniera approfondita la natura del Covid-19 e come si sono
sviluppate le diverse varianti. Ha spiegato come si è arrivati ad una
conoscenza più precisa dei gravi effetti prodotti dal coronavirus, e ha
confermato l’efficacia dell’ozonoterapia per curare i pazienti colpiti
dalla pandemia.
A conferma della naturalezza ed efficacia dell’ozono, il prof. David ha mostrato un lavoro scientifico dell’autorevole Scripps Research Institute
pubblicato nel 2002 negli Stati Uniti, secondo il quale lo stesso
sistema immunitario, per attaccare e disattivare i virus e i batteri
nocivi, produce e utilizza ozono nella forma di perossidi H2O3 e H2O5.
Lo studio in questione è stato pubblicato da Science e dalla National Academy of Sciences of United States:
A
questo proposito, il dott. Barchetta ha descritto in dettaglio come,
grazie all’ossigeno ozono terapia, è stato possibile salvare la vita a
un paziente Covid che si era aggravato a causa di un batterio
antibiotico resistente (acinetobacter baumannii), che in genere non
lascia scampo.
Il dott. Barchetta ha raccontato
che, dopo aver praticato l’ossigeno ozono terapia per tre giorni, il
batterio killer è stato debellato e il paziente ha iniziato il processo
di guarigione anche dal Covid.
In conclusione
la dottoressa Laura Gasbarrone, presidente dell’Accademia Lancisiana, ha
ringraziato il dott. Barchetta, che ha proposto il Simposio, e gli
altri relatori per aver approfondito la conoscenza di un tema e di una
pratica medica di così grande interesse e attualità.
La registrazione audio-video del Simposio si trova al link: